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San Severo è l’ultima tappa delle giornate sull’epilessia.

San Severo sarà l’ultima tappa del tour informativo che ha inteso sensibilizzare sull’epilessia, patologia, a volte, poco conosciuta. Dopo Stornara, Rignano Garganico, Molfetta e, prossimamente, San Severo, hanno visto il personale medico e paramedico del centro Policlinico Ospedale Riuniti- Reparto Neurologia di Foggia, diretto dal dottor Giuseppe D’Orsi, di San Severo, informare sull’epilessia, malattia neurologica che coinvolge mezzo milione di persone in Italia di cui almeno 25/30.000 in Puglia (l’oscillazione è ampia perché non tutti i pazienti si rivolgono ai centri specializzati). L’evento è nato in concomitanza con la “Giornata mondiale dell’Epilessia, organizzato nella “Città dei campanili” da Giovanni Danese, sensibile a queste tematiche, con la collaborazione, di Enrico Pennacchio e Alessandra Spada, per l’Amministrazione comunale. Il centro Policlinico Ospedale Riuniti – Reparto Neurologia di Foggia è riconosciuto dalla LICE (Lega Italiana contro epilessia), la società scientifica che in Italia riunisce i medici di branca neurologica che si occupano di epilessia ed è accreditato per le Epilessie Rare nella rete regionale pugliese. L’incontro, che doveva tenersi questa sera al MAT-Museo dell’Alto Tavoliere a San Severo, è stato rimandato a data da destinarsi per i noti motivi. L’incontro sarà rivolto ai pazienti e alla popolazione. Anche quest’anno la struttura complessa di Neurologia Universitaria del Policlinico “Riuniti” di Foggia, diretta da Carlo Avolio e il dipartimento Neuroscienza diretto da Ciro Mundi sono attivamente impegnati in diverse iniziative volte a divulgare una corretta informazione e a contrastare pregiudizi e discriminazione per i pazienti che sono affetti dalla patologia. “Gli obiettivi sono legati alla corretta informazione – ha sottolineato a l’Attacco, Giuseppe D’Orsi, medico specialista della materia – Dell’epilessia si conosce poco perché manca la corretta informazione. Mostrando i filmati e i docu-film, spiegandoli, durante questi eventi, si dovrebbe riuscire a far conoscere la malattia. In giro, purtroppo, circolano informazioni sbagliate. Chi è affetto lo sa bene ed è cosciente fino al momento in cui scatta la ‘crisi epilettica’ – ha continuato D’Orsi – In quel momento, il paziente non è più cosciente e va aiutato senza avere inutili fobie”. Il medico di San Severo, entra nel merito, e riprende: “Nella maggior parte dei casi (7 su 10) i farmaci adatti e sono la soluzione acclarata, così da potere avere gli stessi comportamenti e la stessa vita di una persona ‘normale’: diventare genitore; svolgere un lavoro qualsiasi; avere soddisfazioni e progressioni di carriera, ecc. Nel 30% dei casi, però, ci sono persone che non rispondono alla terapia (si ha la farmacoresistenza) e la patologia può essere risolta con la chirurgia”. Il centro Policlinico Ospedale Riuniti – Reparto Neurologia di Foggia, diretto da Giuseppe D’Orsi è una struttura che si occupa del paziente, lo monitora e lo invia ad un centro specializzato per questo tipo d’intervento chirurgico: “Da noi co sono due posti letto e il paziente viene registrato (in video e tramite un elettroencefalogramma) che ci farà capire quale parte del cervello provoca la crisi epilettica convulsiva e se possibile operare chirurgicamente. Se la zona è trattabile, il paziente viene inviato all’ospedale ‘Niguarda’ di Milano, uno dei centri migliori d’Europa. Foggia, però, da una chance importantissima a gran parte dei malati di Puglia”. Quali, alla fine, le cause? “Le cause possono essere diverse: di natura corticale; cicatrici post traumatiche; per deficit immunitario; dopo un ictus. Queste principalmente. Anche l’età varia. Si passa da quella evolutiva a quella dopo i 65 anni (per i picchi dell’epilessia)”. Le conclusioni di Giuseppe D’Orsi, in merito al comportamento che si deve avere al cospetto di una persona che sta avendo una crisi epilettica convulsiva: “Mai mettere qualcosa in bocca; se la persona dovesse cadere, adagiare un cuscino a simile sotto la testa e metterla su un fianco; non aver paura e aspettare che la crisi passa. Inoltre, la migliore medicina resta quella legata alla corretta informazione che porta a definire l’epilessia: malattia neurologica e sapere che ci sono tante tipi di crisi epilettiche e non solo quelle convulsive”.

Beniamino PASCALE

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