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SAN SEVERO, RIVOLTA DEL 23 MARZO 1950, QUANDO UNA CANZONE FA LA STORIA

A ridosso del 23 marzo la memoria cittadina corre ad una data oscura per San Severo e per il mondo contadino e operaio tutto, quella della rivolta popolare che scoppiò nello stesso giorno del 1950 a seguito delle misere condizioni di vita e delle promesse tradite nel secondo dopoguerra.
Prolungato lo scioperò generale del 22 marzo che aveva visto alcuni morti nelle cittadine di Lantella, Parma ed Avezzano, a culmine di una settimana nera per l’Italia tra rivendicazioni e scontri in diverse regioni, si tennero a San Severo in un triste crescendo posti di blocco, barricate e scontri con la polizia, culminati con un morto e 40 feriti tra civili e militari, e numerosi arresti di lavoratori e lavoratrici scioperanti, trasferiti nel carcere di Lucera.
Un evento complesso, senz’altro figlio di un diverso panorama socio-politico, ancora oggi oggetto di dibattito per la pagina nera che gli accadimenti comunque scrivono nella storia locale e italiana.
Ma a far luce sui fatti sanseveresi contribuisce una canzone intitolata 23 marzo 1950 che, scritta sui muri del carcere di Lucera dagli stessi arrestati, descrive i momenti salienti della triste giornata.
Un documento insolito per una rivolta, pagina di cronaca sonora di un’ articolata vicenda.
Ecco il testo della canzone, insieme alla traduzione in italiano
Il venditrè di màrzo / succèssë ‘na rruwínë pë ddu bbèllë Sanzëvírë. / Nnànd’â Càmmëra del lavórë vulèvënë ccídë a li lavoratórë. / ‘U cummëssàrjë e Ffratèllë / hànnë pèrzë ‘i cërëvèlle a ndërrugà li fëmënèllë. / Avèvën’a dícë ccúmë dëcévë jìssë / pë rrëstà li comunìstë. / Alleghèt’è jjút’a Rrómë, / purtètë ‘i connutètë dë li pòvërë carcërètë, / ha ppëgghjètë la parólë: / – Caccètë fórë li lavoratórë. / Ha ppëgghjètë la parólë: / – L’avítë mìssë jìndë pë ppèn’e llavórë.
Il ventitre di marzo/successe una rovina per quella bella San Severo/ Davanti alla Camera del Lavoro volevano uccidere i lavoratori/ Il Commissario e Fratello/ hanno perso la testa ad interrogare le donne del popolo/ Dovevano dire come diceva lui/ per arrestare i comunisti/Allegato è andato a Roma/ Ha portato i nomi e le professioni dei poveri carcerati/ Ha preso la parola/ mettete fuori i lavoratori./ Ha preso la parola/l’avete arrestati per pane e lavoro…I fatti del 23 marzo 1950 determinarono arresti fino a due anni anche di madri di famiglia e l’inevitabile abbandono dei numerosi figli, alcuni dei quali vissero così l’esperienza dei Treni della Felicità, godendo dell’adozione temporanea da parte di famiglie del centro e del nord Italia, come già avvenuto per 70 mila bambini del centro e sud nel primissimo dopoguerra, tra il 1947 e il 1950 – esodo mite ben descritto da Giovanni Rinaldi nel suo libro I Treni della Felicità, e nel video documentario Pasta nera, di Alessandro Piva.A seguire un video realizzato con fotografie originali dell’epoca, tratte dall’archivio del gruppo Facebook San Severo com’era, che propone nella parte centrale la versione originale del brano 23 marzo 1950, cantata dalla iconica signora Foschini, come da Archivio Sonoro per la Puglia dello stesso Rinaldi.Una versione acustica della storica canzone, che apre e chiude la clip, è presente nella raccolta de Il Canzoniere di San Severo.Di seguito il video
Nazario Tartaglione
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