LUCIANO NIRO RITORNA CON “NINO CASIGLIO – ROMANZIERE” E “PER CASIGLIO – LETTERE E INTERVISTE”.
IL RICORDO DELL’INDIMENTICATO MENTORE SANSEVERESE – “Fare letteratura in provincia? Certo che è possibile, se rispetti il posto in cui vivi”, rispondeva lo scrittore Nino Casiglio ai dubbi di un giovane studente universitario in cerca della sua stella.
Una visione semplice e illuminante quella del compianto preside e romanziere sanseverse, che ha aperto la strada della scrittura e della critica a chi come Luciano Niro non smette di celebrarlo.
Nascono così i due opuscoli Nino Casiglio Romanziere e Per Casiglio Interviste e Lettere, in cui Niro raccoglie insieme ai suoi ricordi di gioventù, l’orgoglio di definirsi “casigliano”, contribuendo a tratteggiare il profilo di un intellettuale e scrittore tra i più apprezzati e complessi della nostra terra.
Nel primo opuscolo Nino Casiglio Romanziere, il critico ricorda i romanzi del suo Maestro: Il Conservatore – Firenze 1972; Acqua e sale – Milano, Premio Napoli 1977; La strada francesca – Milano, Premio Scanno 1980 e La dama forestiera – Milano 1983, che insieme ai racconti de La chiave smarrita e lo studio topografico Bellumvidere. Il Castello e le mura di San Severo, definiscono la cifra ed il pensiero di Casiglio.
Il volumetto Per Casiglio Interviste e lettere, propone invece, dopo le note bibliografiche sull’autore, la corrispondenza e le interviste che hanno intessuto il rapporto tra l’allievo ed il maestro, documenti e fonti epistolari figlie d’altri tempi, che arricchiscono in modo esemplare il profilo del docente e narratore. All’ampia prefazione curata da Raffaele Cera, seguono la prima e la seconda intervista e due lettere di Niro a Casiglio, con relative lettere di risposta, in cui l’intellettuale sanseverese chiarisce i suoi punti di vista sul ruolo della letteratura e degli autori, sgombrando il campo dalla retorica e dai facili clichè dell’industria culturale.
Documento prezioso per chi volesse, oggi più che mai, ricostruire il volto di una terra sempre più calpestata, attraverso lo sguardo di uno dei suoi Padri letterari.
