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“C’era una volta a San Severo la Festa della Matricola”

di Beniamino PASCALE

il libro che rievoca la lunga e bellissima tradizione dell’epoca d’oro e universitaria a San Severo.  Lo specifica a La Gazzetta, il direttore Desio Cristalli.

Una delle feste più sentite dai Sanseveresi era la “Festa della Matricola”, istituita nella Città dei campanili già nell’immediato dopo guerra. Oggi, fresco di stampa per Felice Miranda Editore, è testimoniato dal libro: “C’era una volta a San Severo la Festa della Matricola” curato da Aldo Sabatino, con la presentazione di Francesco Maria Mirando. Un libro ricco di testimonianze fotografiche, molto dettagliate, che ripercorre fino al 1970 la forte e sentita tradizione che vedeva protagoniste “le matricole” di San Severo e tutta la città. La festa è legata alla Goliardia, che vuol dire tradizione, cultura, usanze che vengono tramandate nei anni dagli studenti. Anticamente chiamata “Liberatio Scholarhum”, prevede la liberazione delle matricole dalle lezioni e delle aule durante l’arco di una giornata. Le matricole vengono canzonate dalla notte dei tempi e probabilmente questa usanza deriva proprio dall’antica tradizione della Goliardia. In onore delle matricole, a San Severo, come in tante altre città, soprattutto universitarie, è stata istituita la Festa della Matricola già nell’immediato dopo guerra. “Lo spirito che impregna la goliardia è legato ai famosi versi di Lorenzo il Magnifico (‘Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia di doman non v’è certezza’) che, oltre ad essere espressione di vitalità giovanile, è anche brama di conoscenza, intelligenza, anticonformismo, amore per la libertà e indipendenza, avversione ai soprusi del potere, e spiccato senso dello humor – ha evidenziato Aldo Sabatino – I parenti lontani dei moderni goliardi, vissuti tra il IX e il XV secolo, sono i giullari, che man mano si evolsero nei clerici vagantes e quindi, successivamente, nei goliardi, termine non generico, ma riferito specificamente a quello di studente. Errando di città in città per le varie corti e signorie d’Europa, diffondendo cultura, soprattutto teatrale, e poesia, i giullari divengono parte integrante del tessuto sociale medioevale. Dopo il XII secolo, con un bagaglio culturale ben più consistente, entrano in scena i clerici vagantes. Sono poeti che vivono in miseria, non solo per le loro misere condizioni economiche e sociali, ma sovente il loro stato d’indigenza è l’inevitabile conseguenza degli eccessi in baldorie e dell’essersi dati al gioco senza freni nelle taverne”. Nel tempo, la festa della Matricola, che parte da lontano, quindi, si radica nell’immediato dopo guerra a San Severo e sono spuntati, insieme ai mantelli e le feluche, i sultani, i gran visir, oltre alale tre divinità dei goliardi: Bacco, Tabacco e Venere: “Sono stato sultano della festa della matricola Sanseverese, nel 1969, e nella grande festa al teatro, ho avuto come ospite la nostra concittadina Rosanna Fratello – ha dichiarato Desio Cristalli, giornalista e per anni addetto stampa del comune di San Severo – Ma nel tempo, ci sono stati anche Sergio Endrigo, la Lino Patruno e Jazz band e tanti altri artisti. Gli artisti si esibivano dal vivo sul palcoscenico del teatro comunale ‘Giuseppe Verdi’; mentre, smontata la platea del teatro, si ballava nell’ampia sala che ne derivava. Non credo che ci fossero stati altri esempi di questo tipo in Italia – i palchi venivano venduti e diventavano come ‘privée’ delle attuali discoteche o piano bar. La città era completamente coinvolta nella festa che durava tre giorni, di quelli che precedevano il Natale, dal 21 al 23 dicembre. Tra ‘sketch’, rigorosamente in dialetto Sanseverese, la recita di noi goliardi al teatro era il momento intriso d’ironia, mai volgare, irriverente e canzonatoria verso la politica e le convezioni – ha specificato Cristalli – La patacca del sultano recava una chiave incrociata con un remo, che basta mette insieme le due parole (chiave-remo) per darne il significato goliardico. Quasi 200 studenti Sanseveresi, in quegli anni (la vera festa è terminata agli inizi degli anni ’70) scendevano da tutte le sedi universitarie per celebrare la goliardia. La bellezza della festa avvolgeva tutta la città”. Tra i grandi goliardi, il noto attore Aldo Miranda: “Durante la festa della matricola di San Severo, in cui sono entrato a 15 anni mentre frequentavo il Ginnasio, ho ricordi bellissimi della gioventù. Il mio ruolo, nato in modo fortuito, è stato quello dell’imitatore, dello sceneggiatore (scrivevo i testi degli sketch), e la sposa. Sono sempre stato sul palco tant’è che sono arrivato a Roma a frequentare l’Accademia di Arte Drammatica, per poi lavorare con Luca Ronconi, Paolo Stoppa e tanti altri”.

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