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GIORNATA DELLA MEMORIA: collocata una pietra d’inciampo dedicata a Pietro Pavia, Carabiniere internato nei campi di concentramento

In occasione della Giornata della Memoria, venerdì 26 gennaio 2024, alle ore 10,30, si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione di una pietra d’inciampo che sarà collocata accanto alle tre già esistenti, dinanzi l’ingresso principale di Palazzo Celestini – Residenza Municipale in Piazza Municipio.

Si tratta di un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10cm) ricoperto di ottone lucente, che ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte del deportato nei campi di concentramento e sterminio. Nel 2021 sono state collocate le prime pietre di inciampo della Provincia di Foggia in memoria di tre Internati Militari di San Severo: MICHELE LACCI e i fratelli PAOLO e VINCENZO VILLANI. Venerdì 26 gennaio sarà posizionata la pietra d’inciampo dedicata al concittadino PIETRO PAVIA.

Alla cerimonia hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose.

CARABINIERE REALE PIETRO PAVIA

Foto Alessandro Rinaldi

Pietro PAVIA, nasce a San Severo (FG) il 21 maggio 1922, secondo di tre figli. Il padre Vito e la madre SALCONE Maria Nicola, persone semplici e cattoliche lo educarono, sin dalla più tenera età, alla sincerità, all’onesta, alla rettitudine e all’amore verso il prossimo. A sei anni venne colpito dalla prematura scomparsa della mamma, che a seguito di complicanze gestazionali muore a San Severo il 28 luglio 1928. In seguito, la primogenita Antonietta viene messa in Collegio presso le Suore in San Severo, mentre il piccolo Pietro con il fratellino Francesco, vengono affidati alla zia paterna Mattia e a suo marito Luigi, i quali proseguono con il padre Vito nell’educazione. A 15 anni viene inserito nel movimento dei “Giovani Fascisti”. A 19 anni circa, attratto dal desiderio di servire lo Stato, si arruola nell’Arma dei Carabinieri Reali. Frequenta la Scuola Allievi Carabinieri Reali di Roma, al termine del Corso trasferito e distaccato per servizio d’istituto presso la Stazione Carabinieri di Pietracamela (TE). Il 12 Aprile 1942 neanche ventenne venne MOBILITATO ed inviato sul fronte greco-albanese ove partecipa alle attività belliche. E dopo l’8 settembre 1943 venne fatto prigioniero e deportato nei Campi di Concentramento di Drascovizza (Albania) e di Sajmište (vicino Belgrado nella Serbia occupata). Evaso dal Dulag 172 si unì alla 14^ Brigata Erzegovina Slava con la promessa, non mantenuta, di essere inviato in una Unità italiana. Dopo una seconda, avventurosa fuga raggiunse finalmente la 2^ Brigata Partigiana italiana della Divisione “Garibaldi” dove, trasformatosi necessariamente in un “Fante”, partecipò a tutte le azioni di guerra del suo Reparto. Nel Marzo del 1945, dopo 35 mesi di permanenza nei Balcani venne finalmente rimpatriato e riaccolto nella Sua Amata Arma, riscuotendo l’ammirazione e l’orgoglio dei suoi cari e dei propri superiori. Successivamente viene assegnato, con mansioni di scrivano, al Reparto Comando della Legione Carabinieri Reali di Livorno, Comando allora distaccato presso la frazione “Ardenza” perché la vecchia sede era stata bombardata. Nel 1947, a seguito di esplicita richiesta, viene trasferito ed assegnato alla Compagnia Carabinieri di Trani (BA), per servizio d’istituto. Si congeda dall’Arma dei Carabinieri nell’anno 1948.

Le Onorificenze

È stato decorato della

1^ Croce Militare al Merito di Guerra;

2^ Croce Militare al Merito di Guerra per il suo internamento;

Medaglia Commemorativa per il Periodo Bellico 1940/1943;

Medaglia Commemorativa della Guerra di Liberazione 1943/1945;

Medaglia e Distintivo d’Onore dei Volontari della Libertà;

Diploma d’Onore al Combattente per la Libertà d’Italia 1943/1945;

Diploma d’Onore della Divisione Garibaldi;

Medaglia Garibaldina al Merito;

Croce Commemorativa dell’XI° Corpo d’Armata.

Alcune di queste Onorificenze gli sono state conferite postume.

Nel 2010 è stato insignito della “Medaglia d’Onore per essere stato deportato e internato nei lager nazisti”, Medaglia concessa dalla Presidenza della Repubblica Italiana con la seguente motivazione: “Medaglia d’Onore concessa all’allora Carabiniere Pietro PAVIA, mobilitato ed impiegato in zona di guerra sul fronte Greco /Albanese veniva fatto prigioniero ed internato in campi di concentramento in condizioni di vita inumane, sottoposto a torture di ogni sorta, a lusinghe per convincerlo a collaborare con il nemico, non cedette mai, non ebbe incertezze, non scese a compromesso alcuno; per rimanere fedele all’Onore di Militare e di Uomo”.

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