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DA RAGAZZO DI PERIFERIA A TESTIMONIAL DELLA PACE. LA STORIA DI MICHELE NARDELLA, UN IMPRENDITORE SANSEVERESE VOTATO AL BENE DELLA PACE E DEI PIÙ DEBOLI

Nel mondo, come si sa, molti sono coloro i quali, e per fortuna ci viene da dire, con la sola forza del verbo sono riusciti a scardinare i pilastri dell’odio sociale.
Il pensiero comune ci porta a rimembrare nomi di grandi personalità che hanno costruito, più che scritto, la storia dell’universo umano e, solo per citarne alcuni, ci verrebbe da dire Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela, Maria Teresa di Calcutta etc.
Nomi altisonanti che, però, potrebbero tranquillamente fare il palio con una miriade di altri uomini e donne. Parliamo di quelle persone che, per diverse ragioni, restano fuori dalla nomenclatura generale degli angeli della pace seppur la loro battaglia a favore del bene la combattono con quei gesti quotidiani contornati da inestimabile saggezza oltre che di ineguagliabile intelligenza.
Tra questi vorremmo citare il nome di un italiano che la sua parte in tema di promozione della pace, attraverso la coltivazione dei metodi necessari per raggiungerla, la sta facendo utilizzando semplicemente la sua arte di imprenditore votato al bene sociale oltre che alla salvaguardia filo ambientale.
Stiamo parlando di Michele Nardella. Un frontman socio-ambientale ancor prima che un grande lavoratore.
Nardella nasce 54 anni nei sobborghi di San Severo, una città di quasi 65.000 abitanti, centro motore del Tavoliere delle Puglie.
In questa città matura la convinzione che la scelta di dedicarsi al bene ripaga molto più che vocarsi al male.
All’età di 20 anni parte in direzione Roma.
Il suo sogno, neanche a dirlo, è quello di mettere in pratica ciò che saggiamente ha acquisito in una terra, seppur pullulante di bravissima gente, falcidiata da crimini, spesso efferati.
Inizia con il mostrare la sua qualità migliore che è quella dell’arte della muratoria.
Attraverso essa acquisisce sempre più la consapevolezza, grazie alle conoscenze maturate nel corso della sua attività, che il suo saper essere capace nella sua attività doveva essere messa a disposizione della società ed utile, così come finora lo è stata, a lanciare messaggi di sana convivenza civile.
Nel suo peregrinare, Nardella ha la fortuna di conoscere un rappresentante massimo dell’arte sociale vale a dire Massimo Vallati.
Laddove fino a poco tempo c’erano campi incolti e covi criminali, parliamo di Corviale, un quartiere degradato di Roma dai più conosciuto come il “Serpentone”, Nardella  realizza materialmente, su incarico dato proprio da Vallati, un centro sportivo davvero speciale. Un capolavoro di ingegneria sociale alla cui inaugurazione ha addirittura preso parte il capo dello Stato Sergio Mattarella.
Lo hanno battezzato ” campo dei miracoli” . Una realtà che, di fatti, un miracolo lo ha già materializzato. E’ diventato, infatti, un modello per lo sport più popolare del paese qual è il calcio. Quello che si realizza da diversi anni a questa parte oramai a Corviale, grazie a Vallati e all’opera di  Nardella, non è solo sport ma, per via dell’aspetto solidale che immedesima,educazione civica allo stato puro.
Un messaggio, quello del  calciosociale, che non è  passato inosservato neanche al presidente della FIGC Gabriele Gravina, tanto da aver voluto , quest’ultimo, tributargli personalmente il suo omaggio.
Ma lo sport, tutto, si sa è messaggero di pace. Nardella questo lo sa benissimo ed è tramite l’icona sportiva che tra i più  ne ha tributato benevolmente la storia italiana, vale a dire Pietro Mennea, che confeziona, nell’ambito della messaggistica civica,un altro importante e significativo successo..
Per farlo sfrutta due sue tendenze: l’amore per i colori e quello per l’ambiente.
Michele Nardella, infatti, si rende prontamente disponibile ad assecondare , in qualità di esecutore materiale dell’opera, un progetto di rilevante importanza educativa.
Accetta di realizzare quella che da tutti è stata battezzata, in memoria del recordman pugliese, ” la pista di Pietro”.
Dapprima a Barletta e successivamente a Roma, con la sua professionalità e quella dei suoi operai, traduce in fatti ciò che l’arte del riciclo cerca di imporre nelle coscienze di tutti noi. Con la gomma riciclata dagli scarti delle scarpe da ginnastica Michele Nardella si è rende esecutore materiale di avveniristiche quanto ecologiche piste di atletica.
Negli ultimi tempi, a testimonianza della sua vocazione pacifista, nella realizzazione delle sue opere non manca di metterci la sua firma.
Lo fa dipingendola a margine dei suoi lavori utilizzando i colori della Pace, ossia quelli che fanno dell’arcobaleno simbolo incontrastato dell’amore applicato alla vita.
Prova ne sono i murales della pace da Nardella disegnati oltre che in corrispondenza della “pista di Pietro”sulle gradinate e sui volti di chi frequenta il campo sportivo “XV Aprile” di Pietralata.
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